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Colle San Magno
Un gioiello medievale tra storia, natura e tradizione
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Colle San Magno
CategoriaColle San Magno è un piccolo paese, di poco più di 600 abitanti, che si trova a 540 metri di altitudine alle falde occidentali del Monte Cairo, il versante settentrionale del Monte Asprano, con vista sulle cime tondeggianti del Ciamurro, Grotta, Forcella, Monticello e Occhio. Lo si raggiunge salendo per i tornanti che partono dal comune di Roccasecca. Fa parte della Comunità Montana del Liri. Prende il suo nome da Magno di Aquino, un santo e martire della Chiesa che ha operato per l’evangelizzazione del territorio del Lazio meridionale. La sua esistenza è molto antica. Tanto che si narra di un saccheggio e di un ratto delle donne dell’antico villaggio (il ratto di Varciosa) operato dal popolo dei Volsci nel V secolo a.C., ancora oggi ricordato il 15 di marzo. Nel periodo della gestione del territorio da parte dell’Abbazia di Montecassino nel X sec. fu chiamato Collis Sancti Mandi. Fu poi feudo degli Standards, nel 1407, e dei Marchesi d’Avalos nel 1504. Verso la fine del XVI sec. passò al duca Giacomo Boncompagni che poi lo cedette, nel 1796, al Regno di Napoli.
Il suo borgo conserva le caratteristiche medievali, ben rappresentato dalla Torre che si erge nella parte più alta del paese. Lungo la strada che attraversa il borgo si possono ammirare dei bei palazzi di fattura ottocentesca, archi e portali con stipiti di pietra, artisticamente scolpiti, a tutto sesto per lo più, qualcuno in elegante sesto acuto. Qui si trova la Chiesa di San Magno, dedicata al santo patrono e da cui diparte ogni lunedì in Albis la statua della Madonna che raggiunge la chiesetta rupestre che si trova in cima al monte Asprano, dove avviene la rinomata cerimonia del bacio delle due Madonne. L’altra statua sale infatti da Castrocielo.
Colle San Magno, per la sua posizione geografica ha avuto un ruolo importante durante la Seconda guerra mondiale. Essa costituiva la retrovia della Linea Gustav e pertanto era il luogo da dove partivano armi e cibo per i soldati tedeschi e dove arrivavano, per le cure, i feriti delle battaglie. Il percorso seguito è peraltro un antico “Cammino” che univa i Castelli che l’Abbazia aveva indotto a costruire per difendere le terre avute in gestione dal duca normanno di Benevento. Infatti, esso consente di raggiungere il castello di Terelle. Qualcuno sostiene che anche San Benedetto passò di qui per raggiungere Montecassino, evitando così i pericoli di attraversamento della Valle del Liri.
Le caverne del luogo, che furono utilizzate dai Tedeschi e, in parte anche dalla popolazione sono servite per riparare entrambi dai bombardamenti degli Alleati e dagli stessi viaggi di perlustrazione propedeutici.
Proprio per questo ruolo e per i numerosi reperti che si trovano ancora sul territorio, è stato creato nel 2014, nel centro storico, il Museo vivo della Memoria. Esso si articola in sei sale, che consentono così di ricostruire gli eventi bellici a partire dalle testimonianze dirette di quanti vissero da protagonisti le vicende di quei terribili mesi, fra il settembre 1943 e il maggio 1944. “Il Museo, attraverso testimonianze in audio e in video, oggetti e cimeli spontaneamente donati dalla popolazione, rivive le fasi salienti della guerra sul Monte Cairo www.museovivodellamemoria.it
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