Cammino dei Dinosauri
Questo Cammino passa tra i Musei dove si possono recuperare le informazioni sulla presenza sia della fauna che degli esseri umani nel periodo del paleolitico (2,58 milioni di anni fa e fino a 11700 fa) e neolitico (8000 – 3500 a.c.), sia visitando i Musei presenti sul territorio Terra dei Cammini e sia visitando le aree dove si trovano tracce del passaggio dei grandi mammiferi quaternari o dove sono state ritrovati fossili di grandi animali ora conservati in altre parti del mondo.
Ci fu un tempo in cui l’intera Valle del Liri era coperta di acqua. Era il cosiddetto lago Lirino che, nella sua massima estensione, andava da Ceprano fino alle porte di Santa Maria Capua Vetere. Ancora in epoca romana insistevano tre laghi nel territorio di Aquino oltre ad alcuni altri specchi d’acqua cosiddetti minori, in località Piumarola di Villa Santa Lucia (lago “le pantanelle”) e in San Germano-Cassino (lago “lo pantano”).
Siamo nell’era del pleistocene che è compreso tra 2,58 milioni di anni fa e 11 700 anni fa. Ed è proprio qui, nel cuore dell’Italia centro-meridionale, che si sono avute le principali formazioni quaternarie continentali: glaciali, lacustri, fluviali e diluviali. In particolare, nella Valle del Liri sono emerse le maggiori testimonianze della fauna e delle attività umane che risalgono al paleolitico e al neolitico. I vistosi avanzi fossili che affiorano in queste aree permettono di ricostruire le condizioni morfologiche, climatiche e biologiche allora predominanti. È con la scomparsa delle acque, avvenuta a seguito delle conseguenze delle eruzioni del vulcano di Roccamonfina, che cominciano ad affiorare resti di fossili preistorici. Insieme alla grande quantità di avanzi di mammiferi che vivevano ai margini del grande bacino di acqua (cervi, buoi, orsi, leoni, grandi pachidermi quali gli elefanti), vengono ritrovati anche manufatti di pietra. È la prova che della presenza, sulle sponde di quei laghi, anche dell’uomo paleolitico, che precede le posteriori ondate dei neolitici, il quale cacciava quegli animali con armi di pietra come quelle, tra le più perfezionate, ritrovate nella zona di Telese (Bn). Siamo nei territori che appartennero in epoche successive alle popolazioni aurunche o, secondo alcuni studiosi, agli Ernici o ai Sidicini, ai quali ben presto subentrarono i Volsci e quindi i Sanniti.
La presenza nell’Italia centro-meridionale di ossa di elefanti è ricordata dagli storici fin dai tempi più remoti e agli antichi Romani erano ben noti gli avanzi fossili di grandi mammiferi quaternari in queste zone. Se ne trova prova negli scritti di Svetonio nella sua Vita di Ottaviano Augusto. Il Cammino dei Dinosauri e dei Mammut passa dai luoghi dove si ritrovano testimonianze delle scoperte fatte sul territorio e lasciano immaginare come sia evoluta la vita su questa terra.
Per approfondimenti si possono consultare i seguenti testi consigliati dal Centro Documentazione e Studi Cassinati (CDSC): O. G. Costa, Intorno alle ossa di mammiferi trovate presso Cassino, Stamperia del Fibreno 1864
G. De Lorenzo, L’elephas antiquus di Pignataro Interamna, Rend. Acc. Naz. Lincei, vol. IV 1926;
G. Nicolucci, Sugli elefanti fossili della Valle del Liri, Acc. delle scienze 1882;
G. Sacchetti, Storia geologica di Montecassino, Stab. Di Mauro, Cava dei Tirreni 1920;
G. D’Erasmo, M. Moncharmont Zei, Il cranio giovanile di Elephas Antiquus italicus di Pignataro Interamna, nella Valle del Liri, Stab. Tip. Genovese, Napoli 1955.
620m
24%
10
Difficile
12h 04m
44,3KM (km)
Il Cammino consigliato
Il Cammino consigliato inizia presso il Museo della Città del comune di Aquino posto sulla Via Latina. Seguendo la Via Francigena nel Sud – variante Casilina – si arriva al Museo Nazionale che si trova sulla strada che porta all’Abbazia di Montecassino. Nei due musei si raccolgono le informazioni di base su ciò che il territorio ha conservato e ha portato poi alla luce. Poi si va a verificare le testimonianze dirette della presenza dei grandi mammiferi che vivevano in loco, prima a Pignataro Interamna – località Fontanarosa - e poi nei pressi del comune di Esperia. Chi volesse documentarsi ulteriormente può recarsi poi al Museo di Ripi e all’Ecomuseo di Pofi.
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